dal dipinto di Monet
Smuovono l’acqua le continue onde
dove lo specchio deforma le fronde,
la smeraldina erba attorno alla riva
brilla al riflesso della luce estiva.
Lo stagno diffonde dolce frescura
che si espande alla vicina radura
dove fiammeggiano le messi bionde
che si accostano alle sue sponde.
Carezzano i raggi tutto il terreno
dove le spighe nel loro ondeggiare
salutano liete il cielo sereno.
Intanto dall’acqua, in vicinanza,
fuoriescono ninfe sol per ballare
coi soffi del vento la loro danza.
verdefronda
E' una poesia stupenda.
RispondiEliminaCiao Giorgio.
Chissà perchè si pensa ad uno stagno come ad un qualcosa di fermo, grigio e poco invitante. Questi tuoi delicati e freschi versi invece lo rendono una vera attrazione, uno spicchio di magica natura. Grazie Giorgio
RispondiEliminaSusanna
una poesia meravigliosa!
RispondiEliminaCiao Giorgio. Grazie per la tua visita al mio blog. Vedo che sei un poeta, bravo con le rime, e hai saputo conferire ad uno stagno la bellezza di un lago, sia con le parole che anche con quella foto che ricorda veramente Monet, bravo se l'hai scattata tu.
RispondiEliminaUna lirica stupenda che infonde serenità d'animo. I miei omaggi
RispondiEliminaBellissimo paesaggio e versi sempre molto musicali !!! Saluti.
RispondiEliminaCiao Giorgio, grazie per averci regalato questa splendida poesia.
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